E’ tardi per rincasare le ore perdute
dietro macigni arsi di protervia
annullate da un torbido pensare.
La rinuncia è un dono da assaporare
in momenti di solitudine chiassosa
per contare quanti soli e quante lune
sono passati attraverso la sua vita.
E’ tardi per fare i conti, questo lo sa
il pendolo non cessa di battere e l’eco
corrisponde quanto basta per decidere.
Mani bianche e di cristallo suonano
un pianoforte dai tasti ciechi e d’avorio
e la sorte arriva piano senza far rumore,
corrode il ticchettio nell’avvicinarsi.
Un baluginio acceca l’aria tersa
l’anima ha un sussulto di limpidezza,
si specchia nel soffitto capovolto.
E’ tardi per il suo corpo annuvolato
ma non per il suo profondo credere
che risuona ora più che mai nella voce
che labile sembra quasi un canto.
Sfiora le dalie sul davanzale di pietra
non sente i passi anche se felpati
perché la sua anima, ora vola.
@Patrizia Portoghese in arte Pattyrose
Tutti i diritti riservati
L’ha ribloggato su Sui sentieri dell'anima… di Pattyrose.
Bellissima questa poesia. Posso chiederti perchè la scelta proprio di quell’immagine?
La trovo appropriata per i miei versi, la donna bianca, eterea, incastonata perfettamente nel blu… Nell’infinito, oltre. Grazie per la domanda e per i commenti 🙂
Grazie mille a te per la risposta e per essere passata da me. Buona giornata