La scrissi per Lei tanti anni fa, la ripropongo per non dimenticare mai questa ragazza. La scarcerazione del cosiddetto ‘zio’, secondo me, colpevole quanto il resto di quella diabolica famiglia, è un fatto orribile.
Temporale d’agosto
Fuori piove
è un giorno qualsiasi
un giorno d’agosto.
Il temporale infuria
ma dura poco.
Briciolo di luce
cade dalla finestra,
il corpo straziato
giace a terra.
Goccia di sangue
scivola lenta
apparente viso
di porcellana,
inanimata specie.
Scivola lieve
senza segno lasciare
è ancora un fiore
non più in grado
di sbocciare.
Breve come il temporale
d’agosto…
Una vita trascinata via,
con lei l’arsura estiva.
Per mano di chi
ama solo… La follia.
(A Sarah Scazzi)
Patrizia Portoghese
La poesia induce alla riflessione, alla ricerca del proprio io, senza mistificazioni.
Patrizia Portoghese
‘NO SGUARDO DE LUNA
Su pe’ ‘sta scalinata che porta ar celo
co li gradini de marmo chiaro
proprio ‘n faccia ar core de Roma.
‘Na statua s’arza dritta
a indicà ‘a via che luccica
tra li barconi de via Margutta.
E co’ ‘no sguardo sornione
come quello d’un micio sur cornicione
m’hai sonato ‘na nenia dorce
e du parole so’ bastate
a facce ‘nturcicà d’ammore.
M’hai preso er viso
de porcellana come ‘a luna
‘n faccia ar nero de la notte
tra ‘na stella a ponente
e ‘na via che profuma de latte.
Chi s’addimentica quell’occhi soridenti
ne la dorcezza tra ‘n giro de lucciole
e le carezze lungo li corimani der Tevere.
‘No sguardo de luna
e ‘a vita mia s’è presa ‘a rivincita
d’esse come si fussi nata
prima de l’alba
ariconcijata cor monno
quer monno pieno de sincerità
che odia ‘e menzogne e ama l’eterne verità.
Patrizia Portoghese
Geometriche forme
misteriosi coni
nascenti da sabbia dorata
pulviscolo di caldo sole.
– Piramidi –
Emergono maestosi scrigni
stupefacenti sepolcri
d’antiche civiltà sepolte.
Anime dei faraoni
vi hanno trovato riposo
nell’orientamento delle stelle.
A guardarle in cielo
nella costellazione le vedi.
Specchiate nelle acute vertigini
d’Orione dimora d’Osiride.
Sui loro crinali
a passeggiar mi trovo
confusa affascinata
da cotanta fulgida passione.
L’arcano segreto è racchiuso
seppur violato da avide mani.
Lo porto con me… Per sempre.
Patrizia Portoghese
Quando le parole di una poesia, diventano musica per gli occhi e petali sul cuore. Non esiste temporale che possa inondare e rompere gli argini di una diga. Nemmeno i pensieri minacciosi di chi non ha mai voluto capire. Mi bagno della pioggia di stelle finché potrò vivere questa vita. Finché l’ultimo tramonto mi porterà via. E sarà un giorno speciale. Le parole resteranno, tra le mie poesie e nessuno le potrà cancellare. Come orme sulla sabbia che finiscono nel mare, solo l’onda ha il potere di ammansirle. Quando l’onda è dolce ci si lascia cullare. E mi cullo dolcemente tra i miei pensieri e tra le braccia di chi mi ama. Di chi ha preso la mia mano e l’ha congiunta con la luna. Sorridere ora è il mio impegno, preso con me stessa e con chi mi vuol bene. Quando le parole contano e si fanno verso. Raccontano la verità e tutto l’universo. Pensieri che volano oltre l’ingratitudine. Per la fierezza d’essere stata e di esserci stata.
Ora sono con me e con chi mi offre un cesto di sogni e frutta fresca. Con chi agogna le mie carezze. Chi vede il futuro in simbiosi d’intenti. Quelli semplici, fattibili. La vita è una scoperta. Non credete a chi vi parla troppo controvento. Non udite quello che c’è dietro un uragano ferito. Solo un sorriso ed un modo garbato aprono la porta del rispetto. Quando le parole hanno un senso. Il senso del nostro vivere. Il senso della vita. E questa è la mia.
Patrizia Portoghese
‘Una montagna di merda’… Che travolge soprattutto i bambini e non è più tollerabile. Senza contare i civili inermi e secondo me anche i tantissimi giovani soldati mandati a morire inutilmente.
Finirà mai?
+ Poesia
Tu che della purezza sei l’emblema
del peccato non conosci il nome.
Tu che hai raccolto dell’Angelo
il divino messaggio dell’Annunciazione.
Tu che hai raccolto le lacrime
d’un Figlio sublimato dal vero Amore.
Tu che hai toccato con candide mani
il Volto di Gesù in una mangiatoia
e accarezzato le sue ferite sulla Croce.
Tu Immacolata Concezione
Regina della pace al di là dell’universo
a salire i gradini che portano all’eterno.
Tu che hai sofferto ed hai compreso
dell’umanità e il mistero percepito.
Conduci per mano e avvolgi col tuo sguardo
nella profondità dei tuoi occhi il miracolo.
Tu Immacolata non conosci il pentimento
nella vastità del cielo stendi il tuo velo,
a schermare l’attrito tra il bene e il male
ché l’uomo non fa discernimento.
Affonda l’Amor Tuo nei cuori sofferenti
nel sollievo la gioia di quel sorriso
che solo Tu Immacolata puoi disegnare
con la punta d’una speciale Stella
a indicar la via più giusta verso la Santità.
©Patrizia Portoghese
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