M’insegnasti i segreti delle parole
i geroglifici della prima infanzia
a contare i numeri della vita
in un lustro di ricordi irripetibili.
Rammento il mio essere introversa
ma la fonte della conoscenza
era ad un passo e non era avversa.
Virgulti d’alchimie infantili
appesi al tuo discernere alfabeti
sulla lavagna degli anni sessanta.
Per me eri punto di riferimento
t’accostavi materna nel consiglio
e quello sguardo compensava
quel tono roco che ti distingueva.
Mai uno stralcio di supponenza
o un rimprovero oltre la decenza
tempi che non ritorneranno
in quest’oggi triste e malpagato.
Ossimori che virano nel contrasto
tra la malinconia e l’appagamento.
Ah! Se potessi vedere cosa ne è stato
di quella bimba imbronciata
con il fiocco un po’ storto
e di quel sorriso celato dal timore.
Il mio rispetto ti giunga ovunque
ed una carezza ti avvolga nella penombra
di un cielo colorato da mille poesie.
M’insegnasti a costruire le fondamenta,
la vita insieme al dolore ha pensato al resto,
ma la prima pietra della scrittura
è e sarà sempre la tua, nascosta qui
tra i segreti delle mie parole.
Con l’infinito e struggente ricordo
Alla mia Maestra…
Patrizia Portoghese
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