Cosa c’è nascosto sotto l’abito
cornice artefatta di quel rosa che sa d’antico
di proverbiale eleganza ma non di lungimiranza.
L’abito rosa attaccato al passato
quel passato difficile da disegnare
ancor oggi specchio di malevola condizione.
Aspetta il buio per ancorarsi al cuore
dove nell’angolo più remoto
possa piangere nel silenzio muto della luna.
Chi più di noi conosce il rumore
di quel raso attaccato alla pelle?
Dov’è la dignità mai mostrata?
Avverte il tocco di mani materne?
Ora seduta in quest’angolo
con le mani che accarezzano i fogli
sparsi e candidi tra foto fragili e lontane
si chiede quanto vale, l’averla amata fino a ieri.
L’abito rosa è volato via
trapassando uno specchio rotto dal non amore.
Cambia la vita, si colora di un’altra sfumatura d’indaco,
inventata, per non morire di nostalgia.
Patrizia Portoghese
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