Muta osservo
lo scorrere del tempo
e i diluvi di parole mai dette
nello sconfinato brontolio del cielo.
La strategia del silenzio
assorbe la collera irrefrenabile
e innalza il volto contrito
verso lidi d’indomita costanza.
Butto l’occhio
dove le tenebre hanno lasciato l’impronta
e ferma rimango sui miei passi.
Quale fiume scorre davvero?
Tra me e la strategia del silenzio?
La verità è un macigno
ostacola le lingue
e si nasconde nei versi improbabili,
tra le assonanze al sapore di fiele.
Muta osservo
i cambiamenti del tempo
e le ginestre che volgono all’orizzonte
nell’estremo saluto alla fine del giorno.
La strategia del silenzio
culla i racconti interrotti
e fa tesoro dell’accaduto
mentre si consuma la candela del non rispetto.
Abbraccio l’ala ferita
e la medico con il balsamo della poesia
e ferma resto ancora sui miei passi.
E’ un pianto quello che sento?
Si può piangere in silenzio?
Di queste lacrime mi cibo, mai sazia
per restare trasparente
e per essere me stessa, qualunque cosa accada.
Patrizia Portoghese
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L’ha ribloggato su Sui sentieri dell'anima… di Pattyrose.