
Aveva le scarpe slacciate
saltava come un ranocchio
la bimba dalle gote rosse.
Inciampò su un lato della strada
dove il tempo aveva smesso
di contare i sassi per terra.
Fu presa e portata lontano
dove i treni non hanno stazione
solo infiniti tunnel senza luce.
Non ebbe paura di rispondere
a chi le aveva strappato un bottone
ne dello schiaffo dato per farla tacere.
Riusciva a sorridere al buio
dove i passi erano incudini
pronti a mordere l’innocenza.
Passarono gli anni della segregazione
un alito di vento asciugò il tormento
una luce uscì violenta dalla porta.
La libertà ad una manciata di secondi
era lì brillante di un azzurro mai visto
si rifletteva su quello specchio rotto.
La bimba dalle gote rosse
con le scarpe consunte ed allacciate
corse a perdifiato su per le scale.
Vide il suo corpo di donna
dieci anni di perduta giovinezza
un fazzoletto bagnato dietro la nuca
una mano, una carezza, la vita…
Si aggrappò alla certezza
di non essere più una bimba sepolta.
A tutti i bambini spariti, a quelli che non sono sopravvissuti a quelli che si sono salvati…
@Patrizia Portoghese
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