
Lancette ferme piangono
corrugate da un sole antico
e le ore segnate dal sangue
cantano le lacrime vissute.
Un due di agosto bolognese
tra ferro e binari uccisi
rantolano i sassi feriti
umiliati da mani assassine.
Tanto violenta la barbarie
tanto da non dimenticare
visi scuciti all’ombra
di un sole accecato dal male.
Lancette piegate versano
oltre le sponde d’un muro
ritorte non chiedono perdono
ma urlano pace alla terra.
Levigate all’ombra dei cipressi
anime chiare naviganti il cielo
nella speranza di sereni giorni
e nel ricordo di vite spezzate
fioriscono parole di conforto.
@Patrizia Portoghese alias Pattyrose
Tutti i diritti riservati


Stazione di Bologna. Sala d’aspetto.
Guardo il muro dilaniato.
Uno squarcio nel cuore della memoria.
Grazie per i tuoi versi.
L’ha ribloggato su Sui sentieri dell'anima… di Pattyrosee ha commentato:
2 agosto 1980 ore 10.25 Stazione di Bologna
Un poetare colmo di dolore, quello causato dall’infame gesto che ha tolto la vita a tante persone. Lancette che urlano tutta la loro impotenza, ferme nel tempo a ricordo di chi non deve essere scordato e chiede giustizia.
Bravissima Patty, una poesia che da i brividi
Kiss, Pat
Grazie cara, sto tentando di inserire un commento sulla tua ultima foto, meravigliosa, sei grande!!!
Eventi drammatici e indimenticabili che hanno segnato brutalmente la vita di molte persone…
Sempre magnifico poetare, buona giornata a te!
Per non dimenticare simili tragedie… Grazie Silvia ti abbraccio!