Tutto di te
dei tuo occhi impazienti
che cercano le mie mani
e la mia pelle candida come farina.
Sei quello
non lontano e fuori dalle tenebre
affondato nelle mie lacrime
che hai raccolto in gola,
per non farmi più soffrire.
Colmi i miei giorni
di non amarezza e raccogli
cortecce di sole e fiori di luna
per costruire il futuro del momento.
I giorni scoprono gli altari
della comprensione che si fa radice
nell’essere estremità e centro
di ogni scelta e commozione.
La generosità ci accomuna
in questi giorni di poesia e musica
e invecchieremo una dentro l’altro
a coprirci le spalle e le ossa.
Sei tutto di te che ami me
probabile racconto di stagioni,
di tenerezza e pazienza, di vita.
©Patrizia Portoghese
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