Cosa stava facendo e soprattutto cosa sarebbe accaduto. Si ripeteva queste domande all’infinito, guidando verso l’aeroporto lungo una strada quasi deserta. Le dieci di sera, fari allungati verso quell’uomo. Il buio, al buio e tremava all’idea che l’avrebbe incontrato di lì a breve. Lo aveva voluto lei quell’incontro, per sfatare i pregiudizi, per liberarsi dalle paure, per sciogliere il ghiaccio che aveva intorno, nel cuore, dentro se stessa.
Una delle loro ultime telefonate. -” Domani rientro, prenderò l’ultimo volo disponibile”- Era sempre in giro per il suo lavoro d’imprenditore, le occasioni per incontrarsi non sarebbero state molte. Decise e determinata rispose .-“Ti vengo a prendere… Sarà bellissimo incontrarci così…”- Era elettrizzata all’idea, al piacere che le provocava. Quel piacere che da tempo non provava, da troppo tempo desiderato.
Durante l’ultimo mese l’aveva corteggiata in modo romantico, quasi d’altri tempi. Le aveva mandato alcuni suoi scritti e fotografie, anche un mazzo di fiori era giunto inaspettato.
Pochi chilometri allo svincolo per gli arrivi nazionali, forse una decina di minuti e sarebbe arrivata a destinazione. I cartelli luminescenti dell’aeroporto le venivano incontro, l’odore di nafta del carburante era già presente nell’aria. Aveva abbassato il finestrino e tirato un respiro, iniziava il conto alla rovescia. In lontananza una delle torri di controllo, illuminata, quasi la confortava… ce l’aveva quasi fatta. Guardò l’orologio sul cruscotto, quasi le 23.00, diede un ultimo sguardo allo specchietto retrovisore e girò a destra.
Un paesaggio surreale, conosceva quel posto, c’era stata tante volte, ma di giorno. Non era mai stata lì a quell’ora e mai da sola.
Ferma proprio davanti agli arrivi, si era posizionata con la macchina sotto un faro che illuminava gran parte dell’area dove si trovava.
Mancava poco all’atterraggio e proprio non credeva ancora in quello che aveva deciso di fare. Avrebbe potuto ripartire, subito, tornare indietro… Non lo fece.
Arrivò puntuale il suo messaggio- “Sto ritirando la valigia, scenderò dalla scala che vedi di fronte a te in alto a sinistra, manca poco tesoro”- I brividi la percorsero per tutto il corpo e si sentiva bene, era pienamente cosciente della sua scelta. Quella sera aveva scelto un abito nero, non scollato, semplice, ma molto elegante. Aveva raccolto i capelli e solo una ciocca le scendeva da una parte a coprire una parte del viso. Gli orecchini pendenti risaltavano meravigliosamente, di un colore argento e oro, dalla forma stilizzata di un fiore.
Guardava fissa in quella direzione, la scala e prima della scala un corridoio a vetri illuminato. Scese dalla macchina, guardandosi intorno, vide passare due persone, poi un’altra, scendere e andare via. Iniziava a non capire, era passato tutto il tempo necessario per il ritiro del bagaglio. Fu una questione di secondi, si sentì prendere in un abbraccio, alle spalle, non ebbe il tempo di dire una parola. Le labbra di lui glielo impedirono. Il tempo sembrò fermarsi, tra una virgola di luna e un bacio. Le sembrò il bacio più lungo della sua vita, un attimo senza fine.
Non credeva a quello che le stava capitando e forse neanche lui. -” E’ stato semplice vero? Ti ho spaventata?”_ Disse ridendo. -” Certo! Per fortuna ho un cuore forte!!”_ Rispose sorridendo a sua volta. Dopo pochi minuti erano in auto, si tornava in città, si sentivano sollevati entrambi. La radio accesa in sottofondo, le parole, gli sguardi… Arrivati, cenarono in un ristorante del centro e camminarono a lungo, parlando della loro vita così come avevano fatto per mesi al telefono e in chat.
La decisione di salire nel suo appartamento era già presa. Si era accesa la passione, la voglia di esserci, fosse stato anche per quella sola notte. Li accolse una casa accogliente e ben arredata, capiva che non le aveva mentito riguardo il suo lavoro e lei altrettanto s’intendeva di arredamento e d’immobili. Le versò un calice di vino, la luce soffusa della camera li avvicinò, la spogliò lentamente.
Si sentiva a proprio agio, il ghiaccio si stava sciogliendo e non aveva timore che le sue mani la toccassero. Così anche lei iniziò a baciarlo, chiudeva gli occhi e poi li riapriva, fecero l’amore, l’estasi dei sensi si compiva e fu così fino a tarda mattina.
Tornarono alle loro vite, continuarono a sentirsi per altre due settimane durante le quali lui partì e tornò altre due volte. Aveva imparato molto da quella esperienza, aveva imparato ad amare prima se stessa. Aveva capito che non si deve morire dentro per un amore perduto, qualsiasi sia stato. La vita deve continuare e bisogna ritrovare se stessi, avere la forza necessaria per spogliarsi del rimpianto. Aveva vissuto un momento di passione che le rimase dentro, piacevolmente, per il quale aveva rischiato, ma ne era valsa la pena.
@Patrizia Portoghese in arte Pattyrose
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molto bello davvero 🙂