
Quel tuo volto
così candido.
Pelle trafitta a ferro là
dove… quanto sei bella!
Lacrime come paggi
di una bara di sogni.
Quel cuore colorato
adagiato sul tuo petto
che di rosse ali abbraccia
il tuo splendido seno.
Sul mio ti avrei voluto
a prender del mio latte,
e se non ne avessi avuto,
caldo e dolce, sangue.
Prendi anche me,
eterna meretrice,
portami con lei
a non c’è più speranza.
Se la vita è breve.
quanto lunga la morte?
O da vita a morte,
e poi a nuova vita,
e ancora e poi, e poi…
Dissotterrate trine
e risoger di ricordi
e voci amate e volti.
Feroci tra noi parole.
Irrancorite labbra.
Livore a cancellare
il resto di un amore.
Perdonami, ti prego.
Ma a chi ho parlato
non ascolta adesso.
Oh, se fossi morto io!
Non li avresti pianti
questi passi neri.
O pregato riabbracciarti
poi in un nuovo fato.
O scritto questi versi,
che il tempo aspettano
d’esser cancellati.
Maurizio Ciolli
E’ nato a Firenze nel 1956 dove ha frequentato il Liceo Galileo. Interrotta l’università per motivi di lavoro, nel 1980 entra nella redazione cittadina del quotidiano La Nazione, dove ricopre incarichi sia nel settore commerciale che in quello grafico. E’ sposato dal 1993 e ha una figlia, Caterina, di 12 anni. Nel 1995 si trasferisce alla redazione di Viareggio (Lu). Ama la filosofia, in particolare Marco Aurelio e Nietzsche; la musica rock, gruppi preferiti Led Zeppelin, The Who, Ac/Dc; la poesia, soprattutto quella di Ungaretti. Il grande preferito è Federico II di Svevia. Il suo film cult Blade Runner di Ridley Scott.
A chi gli chiede se ha altri interessi, risponde: “Tutto il resto è noia…”.
Premi letterari – 4° classificato XII ed. Premio Letterario “Osservatorio” con il libro ‘Quasipoesie quasid’amore’ – 2009. Edito da Giovane Holden Edizioni.


Sei un angelo Patty, grazie!!!!!!!!!!!
Fiera d’esserti amica nella poesia, un abbraccio di stima!