Orgogliosa dea,
qual poeta non t’ha amata
a te un’opera dedicata.
Sommo il Poeta che t’accolse
sospirando la sua Beatrice,
nella luminosa nube.
A te cantava gaudiente
“O graziosa luna…”,
Leopardi dalla sua Silvia incantato.
“Da lei beva la sperata pace…”,
scriveva D’Annunzio,
in quella sera fiesolana.
Che dir D’Ariosto che nel canto della luna
nascose dell’uomo il senno.
Pianeta ispiratore di mille poesie,
sorella delle mie notti perenni,
su di te vorrei… addormentarmi.


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