Distrutto il mio cielo
impazzito di dolore
nessuna stella è rimasta.
Nè luce a indicare la strada
semmai indietro si volesse
solo per un attimo tornare.
A raccogliere la brina
su quell’unico fiore,
rimasto intrappolato.
Gelo e rabbia nidificano
tra i rami della tua anima.
Di pietra lo sguardo
tra le vene solo bianco,
non fluisce per rancore.
Quel sangue una volta
rosso di passione.
Il mio viso specchiato
in una lacrima d’azzurro,
come una vela raggiunge
l’ultimo raggio di sole
all’orizzonte…
Con grazia ammaino
l’onda giunta da lontano,
sperando che il tempo
m’aiuti a trovare nell’illusione.
Tra lo smarrimento
quella briciola di sentimento,
rimasta aggrappata
al mio cuore incrinato.
Sonderò fin dove è possibile
tracciando linee nel profondo,
l’unica prospettiva per vedere
ancora lontano e sopravvivere.
Mentre piange il cielo.
Grazie Giovanni, quella speranza è lieve, quasi inconsistente… Un abbraccio caro amico di penna.
Finche dolci poetesse come te calcheranno la terra, il cielo non piangerà. Sta tranquilla.
Grazie Dino, onorata dal tuo commento. Sei un grande artista.
vedi il cielo piangere ma non vuoi farti sopraffare e allora dai spazio ad una speranza leggera come una lacrima inconsistente come uno sbuffo d’aria.