
” Più regista di #Troisi, meno colto di #Benigni, più scorretto di #Verdone, Francesco #Nuti ha segnato la coscienza della commedia anni ’80. Giovane, la forza di una meteora lanciata verso l’(auto)distruzione, ha attraversato senza filtri il decennio più pop del nostro cinema. Non amava fare promozione e non aveva un agente, non firmava esclusive, si incazzava, litigava, beveva mentre il resto del mondo tirava cocaina, preferiva i fumetti ai libri, si innamorava e veniva regolarmente lasciato. Scriveva cose bellissime, tratte dalla sua vita. E le girava con mano d’autore. Nell’Italia ubriaca di #craxismo fu il primo, nell’epica scena del telaio impazzito di Madonna che silenzio c’è stasera, a prevedere la crisi dei giovani che sarebbero diventati bamboccioni.
Ultimo coraggioso outsider di una commedia all’italiana sprofondata nel conformismo personaggista, Francesco Nuti è oggi ostaggio di una malattia che gli impedisce di parlare. Un grandissimo autore, che Fabrique ha il coraggio di chiamare col suo nome: icona. (Web)
Solitudine
a lunghi passi fiochi
certo è l’eden
Patrizia Portoghese


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