2 agosto 1980. Sono le 10.25 del mattino quando una bomba esplode alla Stazione di Bologna provocando 85 morti e oltre 200 feriti, alcuni dei quali, gravissimi, porteranno i segni dell’attentato impressi sul loro corpo per tutta la vita. La Strage di Bologna è l’atto terroristico più grave dalla fine della seconda guerra mondiale, in Italia, ed è anche uno degli ultimi gravi atti della strategia della tensione in quelli che vennero definiti gli “Anni di piombo”.
Lancette ferme piangono
corrugate da un sole antico
e le ore segnate dal sangue
cantano le lacrime vissute.
Un due di agosto bolognese
tra ferro e binari uccisi
rantolano i sassi feriti
umiliati da mani assassine.
Tanto violenta la barbarie
tanto da non dimenticare
visi scuciti all’ombra
di un sole accecato dal male.
Lancette piegate versano
oltre le sponde d’un muro
ritorte non chiedono perdono
ma urlano pace alla terra.
Levigate all’ombra dei cipressi
anime chiare naviganti il cielo
nella speranza di sereni giorni
e nel ricordo di vite spezzate
fioriscono parole di conforto.
@Patrizia Portoghese
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