ulisse

Al cospetto del mare impetuoso
si piega errante Ulisse.
S’avvicina silente mentre all’albero
s’è intrecciato volutamente.

Ricordo dell’amata Circe consiglio
s’è fatto imbrigliare
delle sirene ammaliatrici
per le voci sentire.

Musica s’espande all’improvviso
languido suono demoni marini
all’orizzonte appaiono…

Languidamente distese.
“Uomini legate me e tappate di cera
le vostre orecchie!”.

Eccola arriva la voce delle sirene
scivola tra loro lentamente s’insinua.
Il canto si fa più forte!
Il vogare ancor di più!

Nella mente e nelle braccia
sta la forza nella foga di fuggir via.
Voga voga…

E l’Odisseo a urlare “Slegatemi!”
Ma son già lontane non s’ode più nulla.

Tutto è calmo ora il pericolo è passato.
Quante volte abbiamo ascoltato quelle voci…
quante volte non abbiam avuto la forza…

Di vogare più forte contro la malasorte.
Non abbastanza la forza necessaria
per non udire… Per non rispondere.

La voce delle sirene…
– Resta in agguato –

@Pattyrose
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Venticinquefebbraioduemiladieci

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